Wim Wenders by Riccardo Lestini

Wim Wenders by Riccardo Lestini

autore:Riccardo Lestini [Lestini, Riccardo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Cinema; Nouvelle Vague; Neuer Deutsche Film; Peter Handke; Werner Herzog; Trilogia del viaggio; Alice nella città; Falso movimento; Lo Stato delle cose; Patricia Highsmith; L'amico americano; Dennis Hopper; Bruno Ganz; Nicholas Ray; Nick's Movie - Lampi sull'acqua; Francis Ford Coppola; Hammett - Indagine a Chinatown; Paris, Texas; Sam Shepard; Harry Dean Stanton; Nastassja Kinski; Il cielo sopra Berlino; Festival di Cannes; Peter Falk; muro di Berlino; Guerra Fredda; Fino alla fine del mondo; U2; William Hurt; Jeanne Moreau; Max von Sydow; Così lontano così vicino; Lisbon Story; Madredus, Teresa Salgueiro; Michelangelo Antonioni; Al di là delle nuvole; I fratelli Skladanowsky; Crimini invisibili; Buena Vista Social Club; Ry Cooder; The Million Dollar Hotel; Milla Jovovich; L’anima di un uomo; La terra dell’abbondanza; Non bussare alla mia porta; Palermo Shooting; Il sale della terra; Pina Bausch; Perfect Days;
editore: Bibliotheka
pubblicato: 2023-08-11T22:00:00+00:00


Il cielo sopra Berlino

L’idea è sorta contemporaneamente da diverse fonti. Anzitutto dalla lettura delle Elegie duinesi di Rainer Maria Rilke. Poi tempo addietro dai quadri di Paul Klee. Anche dall’Angelo della storia di Walter Benjamin. D’un tratto ascoltai anche un brano dei The Cure che parlava di ‘fallen angels’ [...]. Riflettevo anche su come in questa città convivano, si sovrappongano i mondi del presente e del passato, immagini doppie nel tempo e nello spazio, a cui venivano ad affiancarsi ricordi d’infanzia, di angeli in veste di osservatori onnipresenti e invisibili(48).

Le suggestioni messe in fila da Wenders per spiegare la genesi di Der Himmel über Berlin (Il cielo sopra Berlino), ne chiarificano intenti e presupposti. Ovvero, una storia ricca, piena, quasi “onnivora”, libera da vincoli formali ma compatta e coesa. Un film che apra la strada alla nuova fase artistica di Wenders recuperando le proprie radici culturali. O, come ebbe a sintetizzare felicemente D’Angelo, un autentico «ritorno al futuro»(49).

In realtà Wenders stava preparando un altro film, ovvero quello che sarebbe poi diventato Bis ans Ende der Welt (Fino alla fine del mondo), ma le lungaggini e le problematiche produttive prospettatesi già in fase di scrittura del copione, lo convincono a virare su un altro progetto, un lungometraggio per l’appunto ambientato a Berlino che potesse riavvicinarlo alla sua storia e alle sue origini, di cui, come visto, non aveva una scaletta, una linea drammaturgica di sviluppo definita, ma solo un insieme di suggestioni.

Non è una novità. Abbiamo visto a più riprese come l’assenza di una sceneggiatura strutturata sia il vero e proprio quid del metodo di lavoro di Wenders sin dai suoi esordi.

Eppure, in questo caso, rispetto ai grandi film degli anni Settanta, a partire dalla trilogia della strada, le cose sono cambiate. C’è stata la fondamentale esperienza americana e c’è stato Paris, Texas. Ovvero, c’è stato un passaggio artistico ed esistenziale a dir poco decisivo, nel corso del quale Wenders è riuscito a coniugare la sua esigenza di estrema libertà registica con l’importanza di una solida linea narrativa.

Così, è vero che la fase di preparazione del film consiste in una serie infinita di esaltanti vagabondaggi per le vie di Berlino in cui Wenders prende appunti nel suo taccuino, che le riprese iniziano senza un vero copione. Ma è vero anche, e soprattutto, che l’idea del film è da subito assolutamente chiara, che Wenders ha da subito pieno controllo del collante drammaturgico alla base. Conosce le scene, le ambientazioni, sa che vuole girare un film a Berlino e su Berlino che abbia angeli custodi come protagonisti, angeli che possano rappresentare il trait d’union, l’anello di congiunzione, l’equilibrio tra il mondo dell’infanzia e quello adulto, lo spiraglio, uno sguardo che, se pur inquieto, sappia conservarsi puro in un mondo arido e non più capace di sognare.

Volevo raccontare la storia di questa città. Era ancora una città divisa. Ci vivevano due popoli diversi, sebbene parlassero la stessa lingua. Il cielo era l’unica cosa che a quei tempi unisse la città(50).

Wenders ha talmente chiaro il



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